Nota della presidenza diocesana dell’Azione Cattolica in occasione del rinnovo degli organismi di partecipazione.
Nelle prossime settimane le nostre parrocchie vivranno un grande momento di Chiesa nelle elezioni dei consigli pastorali parrocchiali. Nel periodo successivo saranno poi rinnovati gli altri organismi di partecipazione a livello zonale e diocesano.
Questo importante appuntamento diventa “momento favorevole” (cfr. 2Cor 6, 2) per riaffermare, da una parte, l’importanza del sentirci tutti partecipi dell’edificazione della Chiesa e la necessità di una presa di coscienza in senso corresponsabile da parte di preti e laici, dall’altra, per tornare a ciò che la Chiesa italiana ha ricordato dopo il convegno ecclesiale di Verona: “Occorre creare nelle comunità cristiane luoghi in cui i laici possano prendere la parola, comunicare la loro esperienza di vita, le loro domande, le loro scoperte, i loro pensieri sull’essere cristiani nel mondo. Solo così potremo generare una cultura diffusa, che sia attenta alle dimensioni quotidiane del vivere” (CEI, Rigenerati per una speranza viva, n. 26).
La Chiesa diocesana ha bisogno di laici che vivono con gioia il Vangelo, laici protagonisti dell’evangelizzazione, che vivono pienamente il proprio sacerdozio battesimale e la propria vocazione, che amano la Chiesa e si sentono appartenenti ad essa, condividendone l’unica missione. Laici corresponsabili, che si interessano della vita della propria comunità, la animano e da lì partono per la propria testimonianza nel mondo per poi tornare arricchendola dei doni della missione. Laici che siano attenti a non ridurre la comunità parrocchiale intesa come “popolo di Dio” al gruppo degli “operatori pastorali”. Laici che hanno a cuore la propria crescita spirituale e la formazione: il consigliare nella Chiesa non si improvvisa, implica disciplina e metodo, per consentire e facilitare l’ascolto e il confronto. Solo in questo modo il consiglio pastorale diventerà “luogo di educazione” (cfr. Lettera pastorale del Vescovo Oscar “Seguire Gesù, maestro di vita”, n. 53) e di valorizzazione della vocazione laicale.
L’auspicio della presidenza diocesana dell’AC è che si giunga a questi appuntamenti preparati, sia a livello di coinvolgimento delle comunità che di preparazione dei laici che si renderanno disponibili a far parte dei consigli. In concreto, indichiamo alcune attenzioni che discendono da quanto evidenziato e che possono essere innanzitutto praticate dalle associazioni parrocchiali:
- individuare persone mature nella fede, non necessariamente competenti in tutto ma in grado di respirare e far vivere un “clima di Chiesa”, capaci di comunione e corresponsabilità con i preti e con altri laici;
- guardare ai futuri consigli come luoghi di esercizio della comunione e del servizio a favore di tutta la comunità e non come luoghi che debbano rappresentare le voci dei singoli gruppi;
- dedicare del tempo per riscoprire il significato del “consigliare” nella Chiesa, come esercizio consultivo, non deliberativo, non funzionante a colpi di maggioranza, ma ugualmente importante per offrire al parroco elementi seri e pensati alla luce della fede riguardo le scelte da intraprendere.
L’Azione Cattolica non si tira indietro. Ci è difficile pensare di affrontare le nuove sfide che richiedono un ruolo da protagonista del laicato e delle famiglie (si pensi ai “cantieri aperti” delle unità pastorali, del rinnovamento dell’Iniziazione cristiana, della pastorale giovanile…) senza custodire, promuovere e valorizzare le esperienze di laicato organizzato, la ricchezza spirituale e di formazione già da esse espressa. L’AC si sforza di formare laici consapevoli e corresponsabili, adulti nella fede, che assumono l’iniziativa, mossi da una fede vissuta nella comunità e a servizio di essa.
Crema, 25 Ottobre 2011
La presidenza diocesana dell’AC di Crema
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