Dal messaggio del Papa gli auguri per un 2012 ricco di speranza e solidarietà

Buon 2012 ricco di speranza e solidarietà.Dalla conclusione del messaggio, due inviti tra tutti che vorrei rivolgere come augurio per il nuovo anno specialmente ai giovani associati. Il Papa auspica: “siate consapevoli delle vostre potenzialità”, e aggiunge “incoraggiamoci a vicenda nel nostro cammino”. A tutti l’augurio che le nostre relazioni quotidiane siano sempre animate da fiducia, dialogo, perdono, gratuità, affinchè si possano scoprire e valorizzare i doni posti da Dio nel cuore di ognuno e nessuno si senta solo e si lasci prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà.

Paola Bignardi, nella prefazione al libro “Segni di Pace” afferma che “la pace innanzitutto nasce nella coscienza e lì si alimenta, si custodisce, si difende, si mantiene”.La domanda fondamentale che il Papa pone “Chi è l’uomo?”, rimanda alla prima domanda di Dio nella Bibbia: “Adamo, dove sei?”. Nel contesto odierno, dove “l’ultima misura è il proprio io, con le sue voglie”, all’orecchio dell’uomo che “crede di essere assoluto, di non dipendere da niente e da nessuno”, risuona forte il richiamo alla responsabilità di ciascuno, soprattutto nella scoperta dell’autentica libertà. Una libertà che trova nella coscienza il luogo in cui l’uomo “scopre una legge che non è lui a darsi, che ha carattere universale ed esprime la dignità di ogni persona”. La conoscenza e consapevolezza di bene e male non relativi permettono di esprimere un profondo rispetto per ogni uomo e realizzano la convivenza giusta e pacifica tra le persone.Un messaggio diretto ai giovani, “nella convinzione che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo”. Entusiasmo, la cui traduzione letterale greca significa “pieno di Dio”. Prima passo dunque, per educare i giovani alla pace è riconoscere in se stessi e in ciascun uomo quella “sete di infinito”, quella fiammella divina posta nei nostri cuori, per poi poter accompagnare i nostri ragazzi e i nostri amici, educarli, “condurli fuori da sè stessi per introdurre alla realtà”, per illuminare e render pieno di Dio anche questo mondo che invece lo rifiuta.”Educare i giovani alla pace”: un accorato invito da cui noi giovani di Ac ci sentiamo particolamente interpellati, consapevoli di dover essere”autentici testimoni” credibili per i nostri ragazzi e contemporaneamente coscienti dell’importanza per ogni uomo di una formazione integrale

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