Nella festa dell’Epifania ascoltiamo un vangelo conosciuto fin da quando eravamo ragazzi e ricco di tanti spunti di riflessione. Ma la domanda dei magi: “Dov’è Colui che è nato, il re dei Giudei?” è forse il tema centrale di questo Vangelo..
Proviamo ad immaginare se questa domanda venisse rivolta a me, a te oggi – adesso: dov’è Gesù? Non possiamo limitarci a rispondere che lo si trova facendo nostra la fede della Chiesa, adorando e mangiando il pane dell’Eucarestia, ascoltando la parola di Dio e guardando con compassione i volti segnati dalle croci della vita o segnati dai sentimenti della festa. O certo tutte risposte valide. Ma la domanda posta: Dov’è il Signore re di tutti i popoli?
Forse sta chiedendo non solo dove trovarlo, ma quale strada percorre per giungere a riconoscerlo. A fare questa domanda sono infatti i magi provenienti dalla Persia che come tante donne e uomini del nostro tempo, forse qualcuno di loro abita le nostre case, non hanno mai incontrato il Signore, o si sono dimenticati di Lui o si sono stancati di credere. Il brano del vangelo ci fa incontrare con questi magi che cercano e crescono nella fede, ma anche con gli abitanti di Betlemme, i Giudei. Molti di loro neppure si pongono la domanda seria della fede perchè forti della loro debole fede o convinti delle loro abitudini credenti si accontentano di quello che sanno già. Proprio per questo non riconosceranno la presenza del salvatore. I magi invece arriveranno alla casa e adoreranno il Bambino.
E noi chiediamo loro: Che strada avete percorsa? Quanto ci interessa saperlo, per poter anche noi compiere lo stesso percorso e saperlo indicare ad altri! Mi pare ci rispondano così:
Abbiamo osservato il Mondo, nella sua bellezza! La bellezza della creazione, una stella splendente in cielo, è stata motivo di risposta alle nostre attese. Come quando in certe notti la bellezza di un cielo stellato ti fa venir voglia di spegnere tutte le luci artificiali che soffocano la tua sete di infinito. Abbiamo osservato la creazione, loro ci dicono, non solo con l’occhio dello scienziato o dell’astrologo, ma dell’uomo contemplativo. Ecco la prima via da percorrere: la via della contemplazione. Di chi guarda e vede oltre.
Aggiungono: Abbiamo ascoltato la voce silenziosa che abita in noi stessi. Siamo stati capaci di confronto e di dialogo con tutti(ci siamo rivolti anche ad Erode) ma senza dimenticare la nostra coscienza personale. Non ci siamo lasciati impaurire o illudere nè travolgere dai discorsi comuni e dai giudizi della gente. Ecco un’altra via da percorrere: la via del silenzio che ti fa ascoltare la verità scritta da Dio nel tuo animo.
Infine: Non siamo stati sedentari, ma abbiamo pensato la vita come un viaggio che chiede anche rinunce, sacrifici, cambiamenti, coraggio e il gusto per una sana avventura con dei rischi. Ma abbiamo viaggiato, camminato a lungo superando paure e false sicurezze interiori. Non abbiamo preteso di arrivare subito(tutto e subito) ma abbiamo accettato cammini lunghi, impegnativi, un po’ incerti ma affascinanti. Infatti bisogna prima fidarsi delle vie che Dio ci indica, poi si giunge a credere in Lui.
E così siamo arrivati a Gesù. Abbiamo scoperto in Gesù il Salvatore, cioè il Dio necessario per noi e per tutti i popoli, il Tesoro per cui vale la pena lasciar perdere altri guadagni, l’Amico che ti concede sempre un cuore su cui riposare. Sì Gesù Cristo è tutto per noi!
L’incontro con Lui in questa Eucarestia trasfiguri la nostra vita e ci renda missionari del vangelo di cui il nostro mondo, oggi, attende notizia.