II domenica Avvento C

Nel Vangelo di oggi non abbiamo ascoltato nessuna parola pronunciata da Gesù. Ci ha parlato Giovanni il Battista e attraverso lui il profeta Isaia. Infatti Giovanni Battista riporta alcune citazioni di quel profeta.
Quest’oggi, dunque, la Liturgia ci fa vivere l’Avvento come lo vissero gli uomini fino a Giovanni Battista, cioè in assenza di Gesù e nel desiderio di Lui. Nella vita ci capita di sperimentare alcune assenze che intensificano il desiderio, sia riguardo le cose e ancor di più riguardo le relazioni personali.

Ad esempio è risaputo che se per una dieta devo rinunciare ad alcuni alimenti, avverto ancor di più il desiderio di nutrirmi di quei prodotti. Oppure un bambino lontano dai propri genitori, sente ancor più il desiderio di abbracciarli(questo vale per uno sposo/a; per un amico/a; per un prete e la comunità parrocchiale …)
Questo Avvento, tempo di preparazione alla pienezza dell’incontro col Signore serve ad aumentare il nostro desiderio di Dio. Potrebbe diventare nostra, quasi una giaculatoria da ripetere più volte ogni giorno, l’espressione di S. Anselmo “Fa’ che ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti”.
2 Ma quali sono le parole dette da Giovanni Battista? “Voce di uno che grida, nel deserto preparate la via al Signore”. Ora dobbiamo farci attenti alla punteggiatura perché questo testo si può interpretare in due modi da come mettiamo la virgola nella frase. Si può leggere: Voce di uno che grida nel deserto, preparate la via al Signore”. Oppure “Voce di uno che grida, nel deserto preparate la via …” questa sembra corrispondere al testo originale. Quindi l’immagine è “La via tracciata nel deserto”, un invito a ricordare i grandi eventi della storia della salvezza. Non è facile preparare una strada nel deserto dove una folata di vento viene a ricoprire di sabbia il sentiero tracciato (come pulire una strada mentre sta nevicando …). Usciamo dalla metafora per passare alla realtà. Questo sentiero non si traccia nel terreno, ma nel cuore. Non in un deserto, ma nella propria vita. l’invito è che ognuno prepari se stesso ad incontrare il Salvatore. Occorre cioè convertirci a Dio. Vi propongo questo aneddoto: “ADAMO ed EVA a BETLEMME” Tra i pastori che accorsero alla grotta di Betlemme, c’erano anche Adamo ed Eva: avevano desiderato tanto il Salvatore! Umili s’inginocchiarono fuori della grotta. Di tanto in tanto guardavano i doni sinceri che i pastori deponevano davanti al neonato Signore. Che dono gradito avrebbero essi potuto offrire a Gesù Bambino? Si guardarono in faccia e, quando ci fu un po’ di quiete, si alzarono e si avvicinarono all’Atteso dalle genti. Si prostrarono profanamente, come per invocare la più grande pietà. Quando Maria li invitò ad alzarsi, avevano il pianto negli occhi. Fu allora che Adamo si fece coraggio: estrasse dalla sua bisaccia  un frutto bellissimo già morsicato: il frutto del bene e del male colto nel paradiso perduto. Così pregò Adamo: “Signore, perdona: non abbiamo altro da offrirti che il nostro peccato!” Fu Maria che prese dalle mani di Adamo quel dono e lo depose ai piedi del Figlio. Quando Maria accompagnò Adamo ed Eva sulla soglia, erano uomini nuovi.
Ecco cosa significa preparare  la strada al Signore che viene, perché ogni uomo veda la salvezza del Signore. Per questo, lodiamo il Signore perché è buono. Eterna è la sua misericordia.