Il governo nazionale ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge della Regione Lombardia chiamata in modo semplificante legge «antimoschee» varata dal governo lombardo a fine gennaio al fine evitare il diffondersi di possibili pratiche estremiste collegate presumibilmente a luoghi di culto. La legge, che prevede regole urbanistiche più restrittive sull’apertura di nuovi luoghi di culto sul territorio regionale, aveva già suscitato diverse polemiche e sollecitato riflessioni circa il rispetto della libertà di culto e il pericolo di una differenziazione dei diritti e delle libertà civili.
La vicenda ci ha coinvolto fortemente come associazioni da sempre interpellate dalle dimensioni sociale, civile e politica, le quali ci impegnano ad interessarci profondamente e responsabilmente del tempo e del luogo in cui viviamo, a farci carico e a prenderci cura di questa storia e di questa geografia, perché siano sempre più al servizio dell’uomo. Per questa ragione abbiamo ritenuto opportuno esprimere in un comunicato il nostro pensiero su questo argomento, proprio quando ricorre il 50° anniversario del documento conciliare sulla libertà religiosa; anche con l’intento di invitare le nostre associazioni a continuare questa riflessione in ogni territorio, alla luce dei problemi che in modo vario si pongono riguardo l’edificazione di luoghi di culto e la gestione di dinamiche di convivenza rispettose delle diverse etnie e confessioni.