II domenica di Avvento (Anno B)
Is 40,1-5.9-11 / Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8
Nel “deserto” dobbiamo tornare
se vogliamo sperimentare
la gioia di nuovi inizi…
Introduzione
In confronto all’introduzione discreta nel tempo dell’Avvento avvenuta domenica scorsa, l’annuncio di oggi è spettacolare: “Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te… Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. Giovanni Battista fa il suo ingresso spettacolare nel mondo, vestito di peli di cammello. Le sue parole bruciano l’aria, le sue azioni frustano il vento. Predica “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” ed immerge i suoi discepoli nelle acque del Giordano. Il suo messaggio, pur legato a un momento della storia, è eterno. Si rivolge anche a noi. Anche noi dobbiamo preparare la strada del Signore, poiché un sentiero si spinge fino ai nostri cuori. Sfortunatamente, troppo spesso, durante l’Avvento, molte distrazioni ci ostacolano nell’accogliere, spiritualmente, il messaggio del Vangelo. Non dovremmo, invece, cercare di dedicare un po’ di tempo alla meditazione di quanto dice san Pietro: “Noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia” (2Pt 3,13)?
Qualche sottolineatura.
«Una voce grida: nel deserto preparate la via al Signore» (Is 40,3)
Va notata la punteggiatura. Il messaggio non è semplicemente quello di ‘preparare la via’, ma “nel deserto preparate la via al Signore”. Ciò vuol dire che occorre ritornare nel ‘deserto’. Il deserto è il luogo dove Israele sperimentò i prodigi di Dio, ma anche dove si consumò l’infedeltà del popolo vendutosi ad altri dei. Quindi, per incontrare il Signore, occorre ritornare ai nostri luoghi fondativi dove ritroviamo i momenti significativi della nostra esistenza (compresi i fallimenti); luoghi nei quali è possibile incontrare il Dio che si prende cura di noi.
«Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa» (2Pt 3,9)
Il senso cristiano del tempo è dettato dall’attesa della venuta del Signore, vissuta nella ricerca del pentimento, che è conversione (metànoia), cambiamento di mentalità, del modo di ragionare ovvio, per accogliere un pensiero più ampio e più grande che viene da Dio. Non ansia e non disimpegno, ma ricerca di corrispondere nella propria vita a quel di più che Dio ha promesso. Perciò ciò che ci separa dal compimento della promessa è tempo utile per noi perché impariamo a cercare il bene «senza colpa e senza macchia» (v.14), «nella santità della condotta e nella preghiera» (v.11).
«Inizio del vangelo di Gesù…» (Mc 1,1)
Inizio… Dio si propone come Colui che conforta la vita e dice: «Con me vivrai solo inizi, inizi buoni!». Perché ciò che fa ricominciare a vivere, a progettare, a stringere legami è sempre una buona notizia, un presagio di gioia. Infatti è così che inizia la stessa Bibbia: Dio guardò e “vide che era cosa buona!”.
*Assistente Settore Giovani AC diocesi di Crema