Il Concilio: un tesoro da moltiplicare

“Un guru e i suoi seguaci avevano un momento della giornata unico: la preghiera delle cinque. Che un giorno però un gatto disturbò. E così il guru scelse due uomini che si dedicassero alla ricerca del gatto tutti i giorni, prima della preghiera, perchè questa potesse svolgersi nel miglior modo possibile. E questi due uomini assunsero pian piano un ruolo di rilievo rispetto agli altri nella comunità. Quando il gatto morì, per rispettare il rito ormai che si era venuto a creare, acquistarono un nuovo gatto che i due uomini ogni giorno prima della preghiera dovevano rinchiudere in gabbia. Il bisogno iniziale era diventato un rito immutato che spiegasse certe situazioni. Così era la Chiesa prima del concilio.”

E con questo racconto don Massimo Orizio, assistente unitario di AC della diocesi di Brescia, ha aperto domenica 7 ottobre il suo intervento ai giovani di Crema nel momento dedicato al ricordo del Concilio. La Chiesa dell’epoca era granitica, statica, imponente,ma attraversata anche da alcune correnti che spingevano per un vento di rinnovamento. Alcuni missionari incontravano nuovi stili di vivere il proprio credo lontani dalle parrocchie e diocesi, la corrente liturgica chiedeva un maggior avvicinamento della liturgia alla vita dei fedeli, e infine il laicato organizzato spingeva per una maggiore corresponsabilità.

E Papa Roncalli fu profetico: ascoltando i segni dei tempi spiazzò tutti indicendo il Concilio Vaticano II, senza però sapere che al piano iniziale di quache ritocchino portò invece, pur nel solco della continuità, un profondo rinnovamento. I documenti infatti reparati dalla curia romana per i lavori furono infatti messi subito in discussione e i tre mesi ipotizzati per i lavori si trasformarono in realtà in tre anni di dialogo e confronto anche con i laici (ai lavori fu invitato anche l’allora giovane teologo Ratzingher).

Don Massimo ha lasciato a presenti sette parole donate dal Concilio, sette stelle luminose da recuperare e tener ben presenti per noi oggi a servizio di questa chiesa post-conciliare: comunione,responsabilità, ecumenismo, laicato,

Nei laboratori successivi all’intervento, si è cercato di individare come all’interno di diversi passaggi delle quattro costituzioni Dei Verbum, Gaudium et Spes, Lumen Gentium, Sacrosantum Concilium siano presenti rimandi e connessioni alle quattro dimensioni fondanti dell’uomo: interiorità, fraternità, ecclesialità, responsabilità.