Eccoci, care sorelle e cari fratelli a celebrare la solennità di tutti i santi in questo speciale anno della fede. La prima riflessione che mi è venuta in mente è l’espressione della professione di fede che ripetiamo così spesso(in questo periodo tutti i giorni, come ci ha suggerito il nostro Vescovo): “Credo la chiesa santa”. “Una, santa cattolica e apostolica”. Scrive il catechismo della chiesa cattolica: “La chiesa è santa , in quanto Dio santissimo è il suo autore; Cristo ha dato se stesso per lei per santificarla e renderla santificante; lo Spirito santo la vivifica con la carità. In essa si trova la pienezza dei mezzi di salvezza. La santità è la vocazione di ogni suo membro e il fine di ogni sua attività.”
Questa che celebriamo è una liturgia vissuta nello splendore. Oggi la Chiesa, in ciascuno di noi, riceve la luce che emana da Dio stesso. “Come la luna la cui luce è tutta riflesso del sole”(padri della Chiesa).
La prima lettura tratta dal libro dell’Apocalisse racconta di una moltitudine immensa di sante e di santi. Quanto diversa questa scena dalle immagini che spesso abitano le nostre TV o le nostre fantasie. Noi siamo abituati a raffigurare l’umanità con immagini di morte, di distruzione, di vendette, di cattiverie. Le notizie che ci raccontiamo riportano fatti di cronaca nera; addirittura siamo arrivati a voler celebrare la solennità dei santi con le feste di halloween, con immagini macabre di scheletri o a banalizzare questa solennità con il rito delle zucche vuote. Abbiamo dimenticato un numero spropositato di sante e di santi che hanno camminato su questa terra o sono ancora viventi in mezzo a noi. Non siamo più capaci di raccontarci i fatti positivi che capitano, anche quando raccontiamo qualcosa di bello cerchiamo almeno un motivo per sminuirne l’importanza, non sappiamo dare valore alla bellezza di tanti volti che esprimono dedizione ai propri impegni personali e familiari, capacità di perdono, perseveranza nella preghiera, ricerca del bene comune, sopportazione nella malattia e nelle tribolazioni. Eppure i santi ci sono anche oggi, ma il mondo che sempre più vuole offuscare la presenza di Dio, perde la luce che da Lui emana e quindi si trova solo a vedere le tenebre, e a frequentare luoghi tenebrosi. Questa solennità dei santi ci aiuti a ricordare che noi siamo creati non per seguire i suggerimenti del demonio, principe delle tenebre, ma per assomigliare a Dio, Luce da Luce. L’apostolo Paolo ci esorta: “Fatevi imitatori di Dio”. Mi fa tremare di questa espressione che mi chiede di imitare Dio, ma so che è possibile realizzare questa chiamata perché l’uomo è creato a sua immagine. L’unica tristezza per l’uomo è di non voler diventare santo. Infatti quanti anche oggi trascurano di seguire il Signore, li ritroviamo – prima o dopo – stanchi e infelici della loro stessa vita. Proprio in questi giorni una persona che mi aveva chiesto di incontrarmi si è presentata dicendomi: “Ora che ho vissuto tante esperienze, sento che l’unica cosa che conta è fare un cammino spirituale. Mi può aiutare in questo?”. Desiderare la santità, come un percorso possibile, non significa essere umanamente perfetti, non sbagliare in nulla, ma chiede che di fronte ad ogni cosa non ci perdiamo d’animo e ci lasciamo illuminare dalla luce che risplende sul Volto del Figlio di Dio e che diamo una dimensione contemplativa alla nostra esistenza e che mettiamo al di sopra di tutto il comandamento dell’amore fraterno. Questa la via della santità che lo Spirito ci dona di percorrere.
La Chiesa santa, madre e maestra per ciascuno dei suoi figli ci offre quei doni particolari – doni di grazia – perché abbiamo ad esprimere la vocazione alla santità. Sorelle e fratelli è la grande solennità dei Santi, gustiamo questa festa, rallegriamoci nel cuore e insieme a coloro che già abitano il cielo, lodiamo il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia.
*Assistente Unitario AC Crema