Dal 4 al 7 dicembre un gruppo di giovani della nostra diocesi ha vissuto a Lenno, uno splendido paese sul lago di Como, un’esperienza decisamente significativa e interessante: gli esercizi spirituali per giovani guidati dal nostro vescovo Oscar e proposti, come ogni anno, dalla Pastorale Giovanile, Azione Cattolica e Centro Diocesano Vocazioni.
Gli esercizi vogliono essere un punto fermo all’interno del cammino di fede di un giovane proprio per l’unicità della proposta. Non è un campo scuola, nè una esperienza di volontariato. È forse un’occasione, un’opportunità di rispondere all’invito di Gesù “venite in disparte e riposatevi un po’” (Mc 6,31).
Effettivamente ci siamo messi in disparte, accolti con gioia in una casa delle suore adoratrici, immersi in un paesaggio splendido, ognuno con la sua storia, il suo vissuto e le sue relazioni. L’obiettivo non era quello di staccare la spina, ma forse quello di riattaccarla, di fare una bella ricarica. La centralità della Parola e della relazione con Dio attraverso la preghiera personale e di gruppo, le meditazioni, il silenzio e la condivisione nei pasti sono alcuni degli elementi che condivano costantemente le giornate.
Si può percepire come il ritmo sia diverso rispetto a quello quotidiano al quale siamo abituati e questo, senza dubbio, all’inizio destabilizza. Ma la riscoperta e la rilettura di sè e del proprio cammino alla luce del brano biblico di riferimento (quest’anno era la storia di Giuseppe, il figlio di Giacobbe) e il bello di dedicare veramente del tempo alla propria fede sono un guadagno grande, in particolare per un giovane che sta costruendo piano piano la sua vita.
È un po’ un’opportunità di contemplare e completare la propria crescita: sappiamo tutti che nelle nostre giornate ci è chiesto di essere un po’ “multitasking”, di avere sempre tanti pensieri per la testa e di conseguenza di relegare il rapporto con Dio a brevi momenti trasformandolo più in uno stile che in una vera relazione. Questi esercizi hanno permesso a ciascuno di noi di riequilibrarsi, di fermarsi un attimo per rileggere la propria vita e questo non è indifferente.
A partire dalla storia di Giuseppe abbiamo riflettuto e ci siamo confrontati sul vero senso della fraternità e della relazione, sul nostro ruolo nella famiglia di origine e nella comunità cristiana, sui nostri sogni, cadute, prigioni, affetti e progetti. Adesso ciascuno è tornato alla sua vita quotidiana, quella di sempre, che non è cambiata, ma certamente è mutato il nostro modo di vederci all’interno di essa e questo è un passo importante nella crescita di ciascuno di noi. In conclusione, c’è una frase che è risuonata in alcuni di noi in questi giorni che forse si può associare a questo tipo di esperienza: nessuno mi ha detto che sarebbe stato facile, mi hanno solo promesso che ne sarebbe valsa la pena!
Andrea