Camposcuola educatori ACR: le impressioni dei partecipanti

 

Troppe emozioni, troppe attenzioni, troppe amicizie per lasciare tutto alle spalle. Avendo risposto liberamente alla vocazione di educatore, il campo è stata per me un‘opportunità irrinunciabile per con-formarsi al ruolo che siamo chiamati a svolgere nella nostra comunità parrocchiale ed il contesto di condivisione con altri educatori della Diocesi ha aiutato a rendere questa esperienza davvero speciale.

In questo mio primo campo educatori abbiamo approfondito le caratteristiche e le motivazioni alla base del nostro servizio educativo, capendo come far vivere ai ragazzi le tre dimensioni della proposta dell’ACR (catechesi, liturgia e carità), abbiamo studiato come l’animazione giochi un ruolo importante nella proposta formativa ACR ed infine abbiamo trattato temi che spaziano dall’evoluzione psico-pedagogica dei bambini e ragazzi, alla figura dell’essere educatore anche come punto di riferimento e di educazione. Credo fortemente che un’esperienza diocesana di questo tipo possa portare aria nuova nei nostri gruppi e soprattutto arricchire i nostri educatori di una maggiore consapevolezza del proprio servizio.
Personalmente torno a casa ricaricato di nuovo entusiasmo e quindi pronto per affrontare il nuovo anno associativo e a “Puntare in alto” insieme ai miei ragazzi.

 

Nicola


Bè che dire, era la mia prima esperienza eeeeh, si! prima di partire, sebbene avessi fatto un sacco di campi ad Avolasio, non sapevo come poteva essere un campo educatori. Al momento dell’iscrizione ero convinta, ma allo stesso tempo nella mia mente frullavano questi pensieri:  ma cosa si farà mai? Poi ho stra paura di essere giudicata! Ci sono molto educatori più grandi, più esperiti, più tutto. Non avranno mai la pazienza di aspettarmi, di rispiegarmi là dove non capirò, perché per loro saranno cose ovvio, banali scontate. Ma tutte queste mie paranoie sono state smontate subito dal viaggio d’andata. Arrivati a Crema in via macello per la partenza, si respirava l’aria di Azione Cattolica. Tutti lì insieme, ognuno diverso ma bello nel suo genere, pronti per partire, verso una menta vista e rivista, ma tutti con uno scopo comune: accompagnarsi, aiutarsi ad essere un esempio vivo per i ragazzi che ci sono stati affidati. Il tema era: a misura di ragazzo. Ed è stato bello, ma soprattutto utile confrontarsi con educatori di altri paesi , più grandi, con diverse esperienze,  idee, metodi. E vedere l’a.c.r. a livello diocesano, c’è veramente ed è qualcosa di eccezionale. Fantastico!  Quei monti, quell’aria, quella casa simboleggiano proprio la nostra storia come associazione. Anche per chi era alla prima volta lì si è sentito subito come  a casa propria, perché la casa alpina di Avolasio è un po’ la nostra seconda casa. Riassumendo questa nuova ed eccezionale esperienza in poche parole sarebbe: noi educatori siamo come un pennello, strumento nelle mani di Dio e dobbiamo fare un capolavoro di quadro, come fare? Con i colori no?! che sono i ragazzi che ci sono affidati… allora buon quadro a tutti noi e un grazie speciale a tutti per questa fantastica esperienza. Ricordiamoci che Avolasio è uno stile di vita.

 

Un abbraccio

Jessica

 

Nonostante le numerose volte che sono stata ad Avolasio, ogni volta è sempre un’emozione nuova…c’è qualcosa di magico che rende ogni campo un’esperienza unica!
Questo inoltre è stato il mio primo campo educatori…quindi al momento della partenza non è mancata la curiosità per un’esperienza nuova!
Sono partita con la certezza che sarebbero stati quattro giorni indimenticabile…però non sapevo esattamente cosa aspettarmi.
Il titolo del campo “a misura di ragazzo” ha fin da subito chiarito qual era lo scopo del nostro essere ad Avolasio: i nostri bambini e ragazzi dell’ACR.
Tutte le attività che abbiamo svolto hanno avuto come scopo quello di mettere a nostra disposizioni nuovi metodi e  nuove strategie per creare attività sempre più a misura di ragazzo. Un aspetto su cui si è puntato molto è stato l’avere il coraggio di osare: siamo stati spronati a cercare sempre nuovi metodi per metterci in relazione con i nostri bambini e ragazzi, ci è stato chiesto di essere innovatori, e di non fossilizzarci in metodi già collaudati…
Una delle attività più impegnative è stata sicuramente quella che ci ha tenuto occupati lunedì: la lettura, comprensione e mediazione della guida. Non è stato semplice, ma vedere alla fine il frutto del lavoro è sicuramente stato appagante, e sopratutto il momento finale del confronto ha offerto a tutti preziosissimi spunti di riflessione. Siamo stati infatti provocati a riflettere sui metodi che usiamo, e domandarci se effettivamente sono efficaci o se magari se ne possono trovare di migliori, tutto sempre a vantaggio dei nostri ragazzi che sono il centro attorno a cui ruota tutto il nostro operare.
I momenti di confronto sono stati tanti, e sono stati davvero preziosi perchè mi hanno permesso innanzitutto di confrontarmi con educatori che hanno molta più esperienza di me e poter così imparare come affrontare determinare situazione, ma anche perché hanno permesso di “vivere” appieno la dimensione diocesana della nostra associazione sulla quale, in quanto nuova educatrice che ha appena varcato le porte della Scuola Educatori, ero un po’ carente!
Le emozioni che accompagnano un campo sono davvero numerose: c’è la gioia dello stare insieme, del divertirsi, del pregare insieme (e qui un grande grazie va a don Stefano)….ma quando si prende la via del ritorno c’è sempre un po’ di tristezza nel cuore per la fine di un’esperienza così ricca come lo è stato questo campo.
Però si ritorna in parrocchia con una marcia in più,  con la voglia di mettersi ancora una volta in gioco,con la voglia di sperimentare quanto appreso e per quanto mi riguarda con una maggiore consapevolezza della fortuna di essere educatori!!!
Cosa dire di più: un grandissimo grazie a tutti i membri dell’equipe che hanno reso possibile tutto questo!

Elena

 

E’ stata la mia prima esperienza di campo come educatrice. Fino ad ora sono stati campi che mi hanno vista come ragazza, ora provo a stare “dall’altra parte”. E’ stata un’esperienza elettrizzante e fruttuosa. Appena arrivata mi sentivo spaesata un pesce fur d’acqua. Ma il calore del gruppo ha reso tutto più facile fin dall’inizio.

Grazie alle attività che si sono succedute in questi giorni ho capito tante cose, è diventato tutto un pò più chiaro. Tante cose sono però ancora avvolte dalla nebbia. E’ normale. Questo è solo l’inizio della crescita, della mia crescita come educatrice e troverò le risposte alle mie domande continuando sul cammino che ho scelto, che tutti noi abbiamo scelto: essere educatori per formare i nostri ragazzi (il motivo che ci accumunava tutti in questo campo). Quello che porto a casa da questo campo è un maggiore forza, una maggiore motivazione per andare avanti. Mi porto a casa una valigia carica di risate, di condivisione, di emozioni e gioia. Di voglia di fare, di osare e mettersi in gioco non solo nel campo dell’ACR ma anche nella vita.

E’ stato bello il clima che si è creato tra noi, molte persone già le conoscevo altre ho imparato a conoscerle ad Avolasio, ed è stato sorprendente vedere come si sia creata una rete di sostegno reciproco: nei momenti no, nei momenti in cui mi sentivo scoraggiata ho sentito vicino a me il sostegno di amici. Si è creato un bel gruppo di educatori che si confrontano, che colgono l’uno dall’altro le opportunità che questo scambio offre. Un gruppo che vuole puntare in alto fino a raggiungere la meta (Gesù), insieme ai ragazzi che ci sono stati affidati.

Quindi grazie… Può sembrare scontato, ma grazie a tutti per la bella esperienza vissuta e per avermi lasciato qualcosa dio voi… E…. Alla prossima!!!!”

Fabiana