La Val Taleggio, una piccola valle chiusa nel cuore delle prealpi Orobiche sulla riva destra del fiume Brembo a 800 metri di quota, si estende per 10 Km su una superficie di 80 Kmq ed è caratterizzata da un paesaggio ricco di prati, boschi, acque, disegnato da una millenaria attività agricola, casearia e forestale, e da un clima che si mantiene per lo più mite anche d’inverno. Splendidi monti la separano dalla Val Brembana, Val Stabina, Valtorta, Valle Brembilla, Valle Imagna, Valsassina, con le quali confina. Fra questi ricordiamo il Venturosa (1999 mt.), il Cancervo (1835 mt.), il Sodadura (2011 mt.). La valle gode, inoltre, di una splendida visuale sul Resegone. E’ attraversata dal torrente Enna, che scorre a fondo valle da ovest a est per circa 10 km fino agli orridi scavati nelle rocce dolomitiche che delimitano il confine con la Val Brembana, per poi gettarsi nel fiume Brembo a San Giovanni Bianco.
Dal punto di vista amministrativo la Valle (nella sua porzione bergamasca) è formata da due Comuni: Taleggio (che raggruppa le frazioni di Sottochiesa, Olda, Pizzino e Peghera) e Vedeseta (con le frazioni di Avolasio, Reggetto e Lavina). La bellezza paesaggistica e naturalistica, la breve distanza da Milano, Bergamo, Lecco, Brescia e dall’aeroporto internazionale di Orio al Serio, la vicinanza dei comprensori sciistici della Val Brembana ma in particolare i formaggi - Taleggio e Strachìtunt Valtaleggio – che qui vantano una storia produttiva millenaria, rendono la Val Taleggio una meta appetibile a diverse tipologie di turisti. A dare ulteriore impulso al turismo nella valle ha contribuito, negli ultimi anni, la costituzione dell'Ecomuseo della Val Taleggio. L'ecomuseo si struttura su cinque itinerari tematici lungo sentieri pedonale, che riprendono i principali sistemi paesistici della valle. I cinque itinerari sono: naturalistico, antropologico, storico, gastronomico, alpeggiatori.
La sua storia affonda le radici in età Carolingia, quando il territorio fu dato in possesso all'Arcivescovo di Milano. Nel periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini furono tesi i rapporti tra le due comunità che popolavano la valle: i Vedesetesi erano Ghibellini, mentre i Taleggini erano Guelfi. La lotta tra le due frazioni caratterizza un periodo storico (fine '300) in cui le incursioni sanguinarie portano in tutta la Valle, morte e distruzione. Ad aggravare una situazione già complessa, nacque un contenzioso tra lo stato di Milano o la repubblica di Venezia per il dominio del territorio. Solo dopo la Pace di Lodi (1454) si sancì la divisione del territorio tra le due potenze: Vedeseta sotto lo stato di Milano (gli Sforza prima, i Francesi e quindi gli Spagnoli) e Taleggio sotto la Repubblica Veneta, erano al confine dei due principali stati italiani (si notano ancor oggi i cippi di confine in buon numero). Bisogna attendere l'avvento di Napoleone in italia (1797), al tempo della Repubblica Cisalpina per trovare Vedeseta e Taleggio unite ed ormai definitivamente rappacificate, dopo che per ben 250 anni erano state divise. Dopo la sconfitta di Waterloo, la dominazione austriaca rifondò le due municipalità preesistenti, le quali, nonostante i mutamenti in ambito politico-amministrativo e socio-economico giungono fino ai giorni nostri.
Dal punto di vista naturalistico, la modesta quota che caratterizza buona parte della valle favorisce la crescita di una vegetazione arborea molto ricca e varia.
I boschi sono costituiti, come per tutta la media val Brembana, da tigli, olmi, frassini, ciliegi, rovere, aceri, qualche castagno e numerose betulle, con una decisa predominanza di stupendi faggeti. Le abetaie sono piuttosto scarse e localizzate nelle parti più alte della valle. Le rocce che formano la valle sono per lo più costituite da calcare dolomitico e perciò la flora è ricchissima. il Prato Giugno sopra Avolasio sin verso la Sella, ad esempio, è un vero giardino botanico per la ricchezza e la qualità degli esemplari.